Lotta Comunista ha senso di esistere?

« Older   Newer »
  Share  
Maelle
view post Posted on 9/12/2009, 22:31




e ora? dove sono ora quelli che contestavano e sfottevano LC?
 
Top
tessitore
view post Posted on 18/1/2010, 02:59




La discussione si fa sempre più surreale. Aletech,risparmiaci,per favore la solita lezione di marxismo versione BIGNAMI. Il problema attuale è cosa andiamo a dire ai lavoratori in lotta per salvare il proprio posto di lavoro dalla crisi. Perchè se lc non se ne fosse ancora accorta il capitalismo italiano,europeo e mondiale sta attraversando una vasta e, non possiamo sapere per quanto tempo ancora, duratura crisi pagata quasi esclusivamente dai lavoratori. Lavoratori che stanno provando a resistere come possono,molte volte rimanendo isolati dal resto della classe, poche volte riuscendo a bucare l'assordante silenzio che li circonda e provando a sfidare l'arroganza impunita dei padroni...Innse,Maflow e innumerevoli altri esempi vi dicono qualcosa? Di sicuro queste lotte sono contrassegnate dall'assenza della partecipazione del partito di cui tanto parlate.Dov'è Lc?E dove sono i nipotini di Bordiga? Troppo impegnati a fare le loro conferenze invece di partecipare alle assemblee dei lavoratori in carne ed ossa??
 
Top
prometeo10
view post Posted on 22/1/2010, 16:23




Una causa di tutta l’umanità.
Ogni giorno di più, mentre rappresentanti “colti” della classe dominante e illustri e meno illustri esponenti dell’opportunismo, cercano di convincere il genere umano e le classi subalterne che l’attuale sistema sia il “non plus ultra” per l’umanità e che non c’è alternativa al capitalismo, seppur migliorabile, appare chiaro agli occhi di ogni persona che queste teorie sono solo false rappresentazioni della realtà. La ricchezza continua a crescere di pari passo con l’aumento della povertà, dei senza lavoro, dei senza casa, dei morti per fame, compresi milioni di bambini, dei periti in guerre. Aumentano le persone che non riescono a soddisfare i propri bisogni, i sottoalimentati, gli sfruttati, coloro che non vivono la vita nel suo splendore, ma cercano solo di sopravvivere. Per chi lavora il ritorno a prassi legali e contrattuali di un secolo fà, seppur con nomi nuovi, rende il rapporto con la produzione sempre più schiavistico, con il consenso silenzioso delle dirigenze sindacali. Si espandono le ideologie razziste e si vede il nemico nell’immigrato e di chi ha un colore diverso della pelle, chiudendo gli occhi di fronte alla vera causa della misera vita che si conduce: il profitto ed il sistema su cui esso si basa.
Sembra forte il capitalismo e non si accorge della sua fragilità, del suo essere solo di passaggio per la vera frontiera dell’umanità: Il comunismo.
Lo sviluppo delle forze produttive è ormai tale da permettere un’economia amministrata direttamente dai produttori e senza proprietà privata, eliminando il disordine economico, lo spreco, il parassitismo ed assicurando il benessere a tutti.
Il comunismo è una causa di tutta l’umanità perché mira ad una civiltà superiore, che darà ad ognuno secondo i suoi bisogni e riceverà da ciascuno secondo le sue capacità.
I “soloni” della classe dominante e dell’opportunismo sbraitino pure contro questa dottrina sociale, spaccino pure capitalismi di stato come quello sovietico, cinese per comunismo, non riusciranno mai a togliere dall’animo di tante persone la speranza ed il sogno di una nuova era socio-economica, per il semplice fatto che è la stessa società attuale a produrre idee, lotte, azioni per il “Mondo Nuovo”.
“ …vogliamo uno stato al servizio dei cittadini…che s’interessa di dare ad ognuno una buona scuola, una buona rete di trasporti, una buona assistenza sanitaria…che dia ai cittadini asili nido, scuole materne, ristoranti pubblici ove poter mangiare, se non si ha voglia di cucinare, centri di cultura dove approfondire la conoscenza, possibilità di fare sport…che aiuti l’espressione della cultura in tutte le sue forme, che faccia tutto quello che serva per elevare la mente e lo spirito delle persone…ove è d’obbligo lavorare e studiare, nei modi che saranno ritenuti più coerenti in base allo sviluppo economico-sociale.
Il caldo respiro della speranza
Giuseppe Calocero
Noi vogliamo che la vita di ogni persona sia garantita dalla gestazione alla morte in modo concreto, non propagandistico, come accade nell’attuale dimensione sociale.
“La società capitalistica non ci offre dunque che una democrazia tronca, miserabile, falsificata, una democrazia per i soli ricchi, per la sola minoranza. La dittatura del proletariato, periodo di transizione verso il comunismo, istituirà per la prima volta una democrazia per il popolo, per la maggioranza. Solo il comunismo è in grado di dare una democrazia realmente completa; e quanto più sarà completa, tanto più rapidamente diventerà superflua e si estinguerà da se.”
Stato e rivoluzione
Lenin
Viviamo serenamente e con fiducia la nostra vita aprendoci ad essa e non chiudendoci in noi stessi, protagonisti e non spettatori di un confronto politico costruito sulla pelle di chi lavora per dare ai ricchi sempre di più ed agli sfruttati sempre di meno.
Culliamo nei nostri cuori la fiammella della speranza e del sogno di una vita nuova, aprendoci ai nostri simili, al di là della razza, del colore, perché la colpa delle miserie è del sistema del profitto, costruendo insieme un futuro nuovo e migliore.
Un mondo nuovo nel comunismo è possibile! Il comunismo è una causa di tutta l’umanità!



Il dolce sapore del cielo

Il superamento di ogni bisogno, la conquista del cielo, sogno di ogni epoca umana era realtà.
Coloro che avevano visto il passato ricordavano con terrore quell’epoca e la cancellavano subito dalla mente.Tanto era forte il crampo che prendeva lo stomaco!
I nati nella nuova epoca, quando leggevano certi libri o vedevano certi film erano restii a credere che il mondo avesse visto realtà di quel tipo.
Non osavano immaginare che esseri umani potessero utilizzare, come schiavi o finti liberi, altri esseri umani per avere dei miseri pezzi di carta o dei pezzi di materiale ferroso.
Non osavano immaginare che tanta gente non avesse un lavoro, una casa;
che tante persone non mangiassero abbastanza e altre morissero addirittura di fame ;
che i bambini morissero per mancanza di cibo.
Non osavano immaginare che esseri umani uccidessero altri esseri umani per motivi futili e banali; che ci fossero le guerre;
che si distruggessero con le bombe tesori millenari, testimoni della storia dell’umanità;
che un liquido brutto e nero fosse così importante.
Non osavano immaginare che donne e uomini vendessero il loro corpo e, a volte, anche la loro anima per apparire in televisione, sui giornali;
che le persone non esprimessero quello che sentivano nei cuori, ma solo quello che conveniva ai loro interessi;
che un organo, chiamato Stato, imponesse tasse e decidesse sulle scelte delle persone in tema di rapporti d’amore e di vita, decidesse il giusto e l’ingiusto;
che si nascondesse la conoscenza e si diffondesse l’ignoranza;
che un malato dovesse pagare per essere curato;
che la scuola non insegnasse sapere, ma ideologie;
che un laureato non trovasse occupazione;
che non si lavorasse o si lavorasse a segmenti;
che l’informazione fosse solo al servizio di chi godeva del guadagno e nascondesse la verità;
che chi produceva era povero e chi non produceva era ricco;
che si andasse in pensione, orma,i vecchi e , dopo una vita di lavoro, fosse dura tirare avanti;
che non tutti avessero una casa e che le case fossero diverse da persona a persona;
che chi praticasse lo sport non lo facesse per passione e piacere, ma per denaro;
che la donna non fosse ritenuta pari all’uomo e vivesse una condizione, spesso, negativa;
che si dovessero pagare i trasporti e che i mezzi fossero così carenti;
che gli anziani fossero abbandonati al loro destino, perché, ormai, improduttivi.
Non riuscivano ad immaginare che ci fossero le armi;
che ci fossero gli eserciti, la polizia, le guardie varie;
che ci fossero le banche, le assicurazioni.
Non riuscivano ad immaginare una politica, fatta non per le esigenze comuni, ma per gl’interessi di comitati d’affare e, anche, di bande di criminali.
Non riuscivano ad immaginare che la stragrande maggioranza della popolazione, che viveva in condizioni precarie, non si ribellasse e, anzi, prendesse a modello proprio coloro, che avevano interesse a tenerli in quella situazione di sottomissione.
I figli della nuova epoca non osavano credere, studiando la storia dell’umanità, che potessero essere esistiti periodi così bui e tristi per l’umanità! “

Da “Il dolce sapore del cielo”
di Giuseppe Calocero


Il caldo respiro della speranza

“Noi vogliamo cambiare il mondo, per questo siamo qui. Ne’ più ricchi né più poveri, ma un mondo di eguali. Noi vogliamo un mondo d’amore, di libertà, di uguaglianza, di fratellanza, un mondo dove la vita sia bella da vivere, perché non più sottomessi al bisogno, alla sopravvivenza. E lo faremo!
Lo faremo, e niente e nessuno ci potrà fermare. Le decisioni che il nuovo governo prenderà subito saranno le seguenti.
La revocabilità degli eletti a qualsiasi livello in qualsiasi momento, nel caso i suoi elettori lo ritengano necessario.
Stipendio per gli eletti, a qualsiasi livello, di duemila euro al mese adeguabili, nel caso di minor potere d’acquisto, ogni due mesi, così come per ogni altro lavoratore.
Abolizione delle tasse, poiché l’amministrazione statale provvederà alla sua funzione e alla gestione della sanità gratuita per tutti, alla gestione della scuola gratuita per tutti, alla gestione di strade ed autostrade gratuite per tutti, e a qualsiasi incombenza utile per la vita dei cittadini, con una percentuale sui risultati di produzione.
Le pensioni dovranno essere pari agli stipendi e l’età pensionabile sarà: cinquant’anni per le donne e cinquantacinque per gli uomini. Anch’esse saranno finanziate con una percentuale dei risultati del lavoro sociale.
La partecipazione all’attività produttiva non potrà iniziarsi prima del compimento di diciotto anni. Durante l’attività produttiva tutti dovranno seguire corsi di conoscenza di due ore al giorno, dal lunedì al venerdì. L’attività lavorativa non potrà superare le sei ore giornaliere, dal lunedì al venerdì. Il lavoro al sabato e alla domenica sarà consentito solo ove veramente necessario per l’interesse della società o delle persone, per esempio la sanità, i trasporti, e alcune attività ricreative.
Dobbiamo capovolgere la centralità dell’attività sociale, non più il profitto, il business, il denaro, ma l’essere umano, il suo benessere fisico e psichico.
Tutti devono partecipare al processo produttivo…
Tutti devono avere una casa…
Tutte le aziende saranno di proprietà sociale…
Ogni carica è elettiva e revocabile in qualsiasi momento. La nostra deve essere una vera democrazia dove il popolo governa.
Noi siamo per la conoscenza, ma lasceremo che ognuno possa esprimere le sue credenze religiose, trattandole come faccende private.
Ognuno sarà libero di vivere come vuole e con chi vuole…
Tutto ciò che divide deve essere cancellato dalla nostra realtà, mentre dobbiamo costruire sempre più elementi di partecipazione, di unione, di interessi comuni tra tutti noi, affinchè i nostri sguardi siano pieni d’amore verso il nostro prossimo.
Tutti devono sapere e rendersi conto che il mondo è cambiato, che “un nuovo mondo” è sorto e cammina spedito verso la felicità terrena, unica e sola conquistabile dagli esseri umani.”

Il caldo respiro della speranza
Giuseppe Calocero

Questo è l’unico e concreto programma per cambiare la condizione umana!
Qualsiasi altro, mettendo al centro il profitto, non potrà mai realizzare una società libera, fraterna, uguale.
Con il livello di sviluppo raggiunto dalle forze produttive, un mondo nuovo è possibile e necessario.
Sta a noi, che “ci alziamo con la bava alla bocca” per le ingiustizie, che siamo costretti a subire, voler conquistare la nuova frontiera dell’umanità.
Se lo vogliamo, possiamo sognare!



Il dolce sapore del cielo

Il superamento di ogni bisogno, la conquista del cielo, sogno di ogni epoca umana era realtà.
Coloro che avevano visto il passato ricordavano con terrore quell’epoca e la cancellavano subito dalla mente.Tanto era forte il crampo che prendeva lo stomaco!
I nati nella nuova epoca, quando leggevano certi libri o vedevano certi film erano restii a credere che il mondo avesse visto realtà di quel tipo.
Non osavano immaginare che esseri umani potessero utilizzare, come schiavi o finti liberi, altri esseri umani per avere dei miseri pezzi di carta o dei pezzi di materiale ferroso.
Non osavano immaginare che tanta gente non avesse un lavoro, una casa;
che tante persone non mangiassero abbastanza e altre morissero addirittura di fame ;
che i bambini morissero per mancanza di cibo.
Non osavano immaginare che esseri umani uccidessero altri esseri umani per motivi futili e banali; che ci fossero le guerre;
che si distruggessero con le bombe tesori millenari, testimoni della storia dell’umanità;
che un liquido brutto e nero fosse così importante.
Non osavano immaginare che donne e uomini vendessero il loro corpo e, a volte, anche la loro anima per apparire in televisione, sui giornali;
che le persone non esprimessero quello che sentivano nei cuori, ma solo quello che conveniva ai loro interessi;
che un organo, chiamato Stato, imponesse tasse e decidesse sulle scelte delle persone in tema di rapporti d’amore e di vita, decidesse il giusto e l’ingiusto;
che si nascondesse la conoscenza e si diffondesse l’ignoranza;
che un malato dovesse pagare per essere curato;
che la scuola non insegnasse sapere, ma ideologie;
che un laureato non trovasse occupazione;
che non si lavorasse o si lavorasse a segmenti;
che l’informazione fosse solo al servizio di chi godeva del guadagno e nascondesse la verità;
che chi produceva era povero e chi non produceva era ricco;
che si andasse in pensione, orma,i vecchi e , dopo una vita di lavoro, fosse dura tirare avanti;
che non tutti avessero una casa e che le case fossero diverse da persona a persona;
che chi praticasse lo sport non lo facesse per passione e piacere, ma per denaro;
che la donna non fosse ritenuta pari all’uomo e vivesse una condizione, spesso, negativa;
che si dovessero pagare i trasporti e che i mezzi fossero così carenti;
che gli anziani fossero abbandonati al loro destino, perché, ormai, improduttivi.
Non riuscivano ad immaginare che ci fossero le armi;
che ci fossero gli eserciti, la polizia, le guardie varie;
che ci fossero le banche, le assicurazioni.
Non riuscivano ad immaginare una politica, fatta non per le esigenze comuni, ma per gl’interessi di comitati d’affare e, anche, di bande di criminali.
Non riuscivano ad immaginare che la stragrande maggioranza della popolazione, che viveva in condizioni precarie, non si ribellasse e, anzi, prendesse a modello proprio coloro, che avevano interesse a tenerli in quella situazione di sottomissione.
I figli della nuova epoca non osavano credere, studiando la storia dell’umanità, che potessero essere esistiti periodi così bui e tristi per l’umanità! “

Da “Il dolce sapore del cielo”
di Giuseppe Calocero
 
Top
tessitore
view post Posted on 23/1/2010, 03:05




Bene, dopo le lezioni di pseudomarxismo si è passati alle strampalate utopie dei figli della nuova epoca! Possibile mai che sia così difficile per molti di noi che si richiamano al comunismo, partire semplicemente dai "fatti", cioè dai processi reali attraverso cui si esercita il dominio di una classe sulle altre e dalle condizioni di sfruttamento e alienazione del preletariato in carne ed ossa? E' così difficile partire nella prassi e nella critica dalle reali contraddizioni esistenti nel modo di produrre e dal conflitto tra Capitale e lavoratori così come si presenta attualmente?
 
Top
Fressorygek
view post Posted on 23/1/2010, 09:28




This forum is alive? If yes, please remove this topic and my account.
 
Top
Aletech
view post Posted on 7/3/2010, 18:10




http://umanosentire.splinder.com/post/1866...+con+Lotta+Comu

Non vorrei aggiungere altro, ma devo... a prescindere da tutto un'analisi scientifica socio-economica è l'unico modo per analizzare la storia e capirne gli sviluppi... il resto sono ideologie e scienza delle merendine!

PS. Tessitore... fai ridere. Quando ci si riferisce a, come li definisci tu, "fatti" reali si portano riferimenti chiari... sei un "Amico del Popolo"... Hahahahaha
 
Top
tessitore
view post Posted on 8/3/2010, 01:29




Scienza delle merendine?! Fammi capire un po' meglio.... Tu credi di poter fare analisi socio-economica buttando lì, su di un forum che non se lo caga nessuno, due righe patetiche che odorano di qualche libretto letto male, e poi di poter dare a uno che non conosci dell' amico del popolo così tanto per dire? Mi sa che caschi male e che giochi a fare il provocatore che poi è la parte di chi,consapevole o meno, non ha nulla da offrire a chi perde tempo ad ascoltarlo se non confusione di idee e ostinazione. D'altra parte è così facile sparare "parole in liberta" quando ci si può nascondere dietro l'anonimato perchè altrimenti, in un vero faccia a faccia, le risate se le farebbero gli altri, mio caro giovane anonimo amico. Mi fa piacere che tu sappia chi furono gli amici del popolo. Se non sbaglio sostenevano, tra la altre cose, che si potesse effettuare il passaggio a un'economia socialista nella Russia di fine ottocento, senza passare per una trasformazione capitalistica del mercato russo, facendo leva sulla classe dei piccoli contadini che vivevano in comunità dove vigeva essenzialmente l'autoconsumo e non la produzione di beni da collocare sul mercato quali beni di scambio con diversi beni d'uso. Gia' Marx aveva dimostrato in alcuni suoi scritti inerenti il modo di produzione asiatico, che simili teorie sostenute dai socialisti utopisti e dai populisti in Russia erano dal suo punto di vista, cioè quello marxista diremmo noi, totalmente infondate e oltretutto reazionarie.Il giovane Lenin affrontò politicamente l'argomento nel saggio polemico " Chi sono gli Amici del Popolo ", riprendendo e sviluppando le argomentazioni di Marx e dimostrando che non poteva darsi socialismo in Russia senza sviluppo di una industria su basi capitalistiche. Ora sei in grado di spiegarmi cosa c'entra la tua sparata sugli amici del Popolo con quello che si stava dicendo in questo forum? O volevi solo dimostrare che hai letto l'opera di Lenin senza capirne in realtà una mazza perchè non c'è nesso alcuno tra il tuo sragionare e il senso dell'esistenza di Lotta Comunista. Che posso dire ancora? Che s'è fatto tardi e domani si torna in fabbrica per un'altra settimana di plus-lavoro... Buona notte aspiranti marxisti, continuate a favoleggiare di altri mondi e a sognare cullati da dolci ninne-nanne ma vi avverto per il momento che quando avrete deciso di aprire gli occhi su questo lurido porco mondo vi accorgerete che è l'unico che abbiamo e che per cambiarlo dobbiamo dapprima conoscerlo per quello che è ,in tutte le sue contraddizioni, miserie e nobiltà. Buona notte, nella speranza che non sia una lunga notte...



 
Top
mm81
view post Posted on 8/3/2010, 15:42




CITAZIONE
Il giovane Lenin affrontò politicamente l'argomento nel saggio polemico " Chi sono gli Amici del Popolo ", riprendendo e sviluppando le argomentazioni di Marx e dimostrando che non poteva darsi socialismo in Russia senza sviluppo di una industria su basi capitalistiche.

Non è del tutto vero.

Ad Marx. Intanto ha ipotizzato più volte la "più grande possibilità che la storia sta dando alla Russia" (vado a memoria); riferendosi alla possibilità di agganciare il vecchio mir (una forma di comunismo primitivo) al nuovo comunismo dell'avvenire. Il passaggio diretto (saltando perciò feudalesimo e capitalismo) sarebbe stato possibile SOLO prima dell'avvenuto di una forma di produzione mercantile; una volta impiantasi nelle campagne questa forma capitalistica, il salto diretto sarebbe stato impossibile.

Ad Lenin. Il tuo discorso è inesatto. Basterebbe un piccolo esempio a smontare la tua tesi; l'esempio si chiama Ottobre 1917. Lenin è marxista proprio in quanto sa fare l'analisi concreta della situazione concreta e capisce da subito che la Russia presenta una condizione eccezionale (che si ripresenterà solo - per ora - in Cina un decennio almeno più tardi; al tempo delle rivolte dei contadini e degli operai urbani), che le potrebbe permettere di fare il grande salto dal feudalesimo direttamente al socialismo, senza passare per il capitalismo (tu devi assolutamente ammettere la necessità dell'accumulazione di capitale perchè confondi un rapporto sociale - il capitale - con una cosa - la sua sostanza materiale, e inevitabilmente devi cadere nell'errore di identificare la produzione di ricchezza con la produzione di valori; così arrivi a postulare necessariamente che il capitalismo è la condizione sine qua non del socialismo; il che è vero, ma non lo è per tutti i tempi e luoghi. Una volta che il capitalismo - in determinati paesi ha prodotto contraddittoriamente un determinato volume di forze produttive, non è necessario che si sviluppi ulteriormente su tutta la faccia della Terra per il salto al socialismo; già nel 1848 - data presa ad esempio, mica tanto - la parola d'ordine è il comunismo, perchè già dalla comparsa del capitale, compare il proletario, che deve sopprimere il capitale, non svilupparlo, il socialismo non si costruisce, è il capitalismo che si abbatte). Fatta la parentesi metodologica, torno a Lenin. Lenin non ha mai detto da nessuna parte che deve svilupparsi il capitalismo in Russia per poter passare al socialismo, ha sempre detto che il capitalismo si svilupperà necessariamente anche in Russia (è con questa teoria che scrive gli opuscoli sui populisti russi che ritenevano il capitalismo impossibile in Russia per determinate sue caratteristiche particolari); ma Lenin è un dialettico e sa che nessun modo di produzione muore o nasce per cause proprie; il capitalismo in Russia si svilupperà necessariamente - dice - a meno che - aggiunge - una rivoluzione guidata dal partito comunista non faccia esplodere la situazione in Russia e SOPRATTUTTO, se quello scoppio trascinerà con sè l'Europa intera nel socialismo (almeno la Germania); allora la socialista Germania ci darà (alla Russia) le basi tecniche per una socializzazione della produzione-distribuzione.
L'Ottobre invece è una doppia rivoluzione fallita a metà: 1) la rivoluzione contro il feudalesimo zarista ha riportato una vittoria inattaccabile; 2) la contemporanea rivoluzione socialista ha perso per cause imputabili al quadro internazionale (l'Internazionale ha sbagliato a volte rotta, il Partito tedesco si è suicidato - pur eroicamente - rimanendo incollato ad alcuni errori della Luxemburg ...). Perciò fallito l'aggancio dell'Ottobre ad una rivoluzione europea, la Russia ha ripiegato necessariamente su una forma moderna di capitalismo di stato (che esiste da quando esiste la produzione di merci, perciò dal '400); Lenin comprendeva la ritirata e considerava di vitale importanza tenere duro alleandosi coi contadini per schiacciare ovunque i piccoli produttori locali; Stalin invece ha fatto il becchino della Rivoluzione e ha sviluppato il capitalismo.

Fine

P.S. Finchè Aletech è in tempo, lasci perdere quei sedicenti comunisti di Lotta Comunista (rinnegati non lo sono perchè può esserlo solo chi è stato comunista, come Kautsky, mentre Cervetto marxista non lo è mai stato) e si ponga delle domande: da dove proviene Lotta Comunista? perchè non ha legami storici con nessuna organizzazione del 1921 italiano? perchè spunta Cervetto e strapazza Trotzky ripetutamente non rendendosi conto che il massimo che può fare è pulirgli le suole delle scarpe? perchè esprime la più grande arciboiata (dopo quella del socialismo in un solo paese di staliniana memoria) del partito di operai!?!? non capendo un'acca del concetto leniniano del partito di rivoluzionari di professione? "Che lavoro fai?" - si può chiedere ad un comunista che milita nel partito; risposta di Cervetto: "Sono operaio"; risposta di Lenin: "sono un comunista, di professione faccio il rivoluzionario". Non ci importa un cazzo che lavoro faceva il militante prima di entrare nel Partito (cuoco, pescivendolo, scrittore, prete, spacciatore, prostituta, dirigente d'azienda, tagliacedole ...), l'importante è che diventi un rivoluzionario di professione.
 
Top
Aletech
view post Posted on 8/3/2010, 20:06




CITAZIONE
La discussione si fa sempre più surreale. Aletech,risparmiaci,per favore la solita lezione di marxismo versione BIGNAMI. Il problema attuale è cosa andiamo a dire ai lavoratori in lotta per salvare il proprio posto di lavoro dalla crisi. Perchè se lc non se ne fosse ancora accorta il capitalismo italiano,europeo e mondiale sta attraversando una vasta e, non possiamo sapere per quanto tempo ancora, duratura crisi pagata quasi esclusivamente dai lavoratori. Lavoratori che stanno provando a resistere come possono,molte volte rimanendo isolati dal resto della classe, poche volte riuscendo a bucare l'assordante silenzio che li circonda e provando a sfidare l'arroganza impunita dei padroni...Innse,Maflow e innumerevoli altri esempi vi dicono qualcosa? Di sicuro queste lotte sono contrassegnate dall'assenza della partecipazione del partito di cui tanto parlate.Dov'è Lc?E dove sono i nipotini di Bordiga? Troppo impegnati a fare le loro conferenze invece di partecipare alle assemblee dei lavoratori in carne ed ossa??

Forse "amico del popolo" non è il massimo, mi piaceva il termine... avessi la preparazione scriverei "Chi sono i nuovi amici del popolo". Quello che volevo dire è che stai facendo populismo. Non significa nulla recriminare su scelte di piccole battaglie. Sei un uomo che ha studiato, e conosci Lenin. Dovresti quindi sapere che queste critiche sono strampalate. Un marxista deve sì combattere per un immediato miglioramento della sua classe, ma senza perdere di vista l'obbiettivo. In un'epoca controrivoluzionaria come questa, dove molti si venderebbero anche per molto meno di un piatto di lenticchie, rischiare la strumentalizzazione è facile. Vogliamo parlare delle scenate napoletane (senza offesa per i napoletani) degli operai sulle gru o appollaiati sui tetti? Credi che sia una dimostrazione di forza? O chi auspica l'intervento europeo... sono segni di debolezza! Di disperazione! Non menarmela perché lavori... siamo tutti lavoratori e nel mio caso lo è mio padre e mia madre. Ma non darmi dello stupido o del mangianastri Bignami perché non vedi chiaro un obbiettivo che sia oltre l'euro in più in busta. O addirittura mi vorrai tirare fuori Termini imerese? In questo senso sei un "amico del popolo". Ma voleva essere un commento affettuoso, populista mi sembrava offensivo. Nessun riferimento a Marx o Lenin.

CITAZIONE
Scienza delle merendine?! Fammi capire un po' meglio.... Tu credi di poter fare analisi socio-economica buttando lì, su di un forum che non se lo caga nessuno, due righe patetiche che odorano di qualche libretto letto male, e poi di poter dare a uno che non conosci dell' amico del popolo così tanto per dire? Mi sa che caschi male e che giochi a fare il provocatore che poi è la parte di chi,consapevole o meno, non ha nulla da offrire a chi perde tempo ad ascoltarlo se non confusione di idee e ostinazione. D'altra parte è così facile sparare "parole in liberta" quando ci si può nascondere dietro l'anonimato perchè altrimenti, in un vero faccia a faccia, le risate se le farebbero gli altri, mio caro giovane anonimo amico

Ancora una volta hai mostrato il tuo lato simpatico e divertente. E' vero che voleva essere una provocazione, ma risparmiami un'altra volta dalle tue stupide accuse, ma cosa vuol dire che sono anonimo?! Perché tu non lo sei? Ma che poi ti avessi detto figlio di puttana, allora mi puoi dire che non avrei le palle di dirtelo in faccia, ma per darti del reazionario e riformista non avrei avuto nessun problema a dirtelo in faccia. Non scrivo nome e cognome perché non siamo solo tu ed io su internet... Non fare la vittima, sei adulto.

Infine, e concludo, devo spezzare una lancia in favore di tessitore (devo averlo giudicato male tutto sommato) tranne per le critiche riformiste, la questione degli amici del popolo è secondo me molto corretta. Per quanto la visione di mm81, per quello che ho potuto leggere e studiare, (metto le mani avanti) Lenin, una volta estinta la possibilità di esportare la rivoluzione in Europa tramite la Germania, decide (scelta obbligata) per lo sviluppo e l'appoggio della rivoluzione (sapendo bene che però sarà una rivoluzione Capitalista) in Asia, sperando di poter detenere, il più possibile, il governo Russo in mano ai Bolscevichi. No sono riuscito a trovare un brano o un articolo che tratti chiaramente e concisamente di questo (e me ne dispiaccio) ma comunque è storia. Anche il rivoluzionario più marxista che l'umanità abbia mai conosciuto sà che il comunismo è una evoluzione del capitalismo, non solo per la concentrazione dei mezzi di produzione e del capitale, ma perché nel passaggio dal feudalesimo crea la piccola media borghesia con le proprie ideologie e le proprie necessità in contrapposizione ai "pochi" proletari. Pochi perché come in russia, la popolazione era per lo più contadina e in essere si creava la piccola borghesia contadina. (Spero che questa volta mi risparmi la critica del Bignami. So che sono cose risapute) Forse non ho capito bene, ma rileggendo più volte non vedo il lato materialistico della tua analisi(mm81). Rimango dell'idea che il comunismo in asia e russia fosse un'utopia, a prescindere dalle sue rivoluzioni. Queste "esperienze" come la Comune, sono insegnamenti su come fare e chi combattere. Lo stesso Lenin ammette i limiti della rivoluzione nella sola Russia prima ancora della rivoluzione stessa (di questo passo ho un brano).

 
Top
mm81
view post Posted on 8/3/2010, 21:03




Mi sembra di parlare a dei sordi a volte avendo a che fare con "militanti" della lotta comunista. Lo dico più esplicitamente in modo che anche i sassi lo possano capire. (E lascia perdere le puttanate pseudo-filosofiche sul materialismo che ti insegnano nei circoli non-operai, perchè sentir parlare Lotta Comunista di "filosofia" fa venir voglia di prenderli a sprangate per le stronzate che anche un liceale non si azzarderebbe nemmeno a pensare).
La rivoluzione Russa ai comunisti ha insegnato una cosa (non l'ha insegnato a Cervetto che comunista non lo è mai stato): chiunque nel 1917 (a maggior ragione nel 2010, cazzo ma qui non si tratta di marxismo o antimarxismo, qui si tratta di concetti basilari di logica) ed anche nel 1848 si azzardi a pronunciare la puttanta colossale che il socialismo deve attendere lo sviluppo del capitalismo (e questa è la tesi da anticomunisti che i Cervetti vanno da decenni in giro a ripetere ubriacamente) è un rinnegato! Quel qualcuno è indubbiamente un sottododato celebrale perchè neppure la rivoluzione Russa (fatto storico) gli ha fatto capire che il socialismo è un atto di VIOLENZA che un partito COMUNISTA esercita per estrarre dalla pancia gravida del capitalismo, il socialismo (passando per la società di trasformazione); quel qualcuno che afferma la cazzata che il socialismo è conseguenza del capitalismo è un idiota che crede che Marx abbia dato una linea di sviluppo lineare delle epoche storiche e non una dottrina dei modi di produzione (che è cosa diversa!); da quando ha emesso il primo vagito il moderno capitalismo, lì è morto (l'ora della nascita è anche l'ora della morte diceva Hegel); ciò significa che il socialismo è possibile già nel 1800? Sì, questo significa. Il socialismo era maturo in Russia per il semplice fatto che era maturo in Germania (potenza della dialettica) e mai e poi mai la presa del potere avverrà nei paesi altamente sviluppati senza che prima non ci siano precedenti rivoluzioni nei paesi arretrati (Lotta Comunista asinamente crede che impiantare un partito nel mondo sviluppato equivalga a rivoluzione proletaria ... che tristezza). Lenin dice altro: si colpisce sempre l'anello più debole, la rivoluzione avrà successo solo con reazione a catena fino al cuore del sistema, senza raggiungere il quale si declinerà inevitabilmente.
Il socialismo era maturo in Russia proprio perchè il socialismo è processo MONDIALE, da quando è maturo in Inghilterra, è maturo dappertutto; A CONDIZIONE CHE LA PRESA DEL POTERE NEGLI ANELLI PIù DEBOLI SIA SEGUITA DA PRESA DEL POTERE ENTRO BREVE TEMPO NEL CUORE DELL'IMPERO.
Chiaro? Capisco che Lotta Comunista goda nel sapere che gli straccioni del mondo saranno sempre condannati alla sconfitta finchè i venditori di stracci del mondo civile non saranno mandati a lavorare con le pezze al culo; ma questi sono problemi che non mi riguardano, io stando, notoriamente, dalla parte dei pezzenti, unici che non hanno nulla da perdere.
IL COMUNISMO NON E' EVOLUZIONE DEL CAPITALISMO, COME IL CAPITALISMO NON E' EVOLUZIONE DEL FEUDALESIMO (nelle peggiori scuole del mondo lo insegnerebbero meglio che nei circoli non-operai). IL COMUNISMO E' ROTTURA VIOLENTA DEL CAPITALISMO, ALTRIMENTI SI ARRIVEREBBE ALLA CONCLUSIONE CRETINA CHE PER IL COMUNISMO OCCORRE SVILUPPARE IL CAPITALISMO!!! E' idiota una tesi del genere; si parla di superamento dialettico (negazione-conservazione) proprio perchè non c'è evoluzione (come crede Lotta Comunista, inserendo così indebitamente nel marxismo un'ideologia borghese: l'evoluzionismo gradualista di kautskiana memoria), non ci sono linee rette da seguire, la storia non si svolge così, seguendo un percorso evolutivo; si svolge a strappi, è meglio parlare di combinazioni di elementi che mutando la loro posizione nell'insieme complesso, mutano anche di funzione (oltre che creare nuovi elementi); un banale storico potrebbe ribattere all'evoluzionismo cretino di Lotta Comunista: "e perchè allora c'è stato il salto in India dal comunismo primitivo al capitalismo?"; e voi sareste costretti al silenzio. Fate confusione fra formazione economica e modo di produzione (è tipico di chi non consiglia mai lo studio del Capitale).
 
Top
Aletech
view post Posted on 8/3/2010, 21:43




Edit.

Sono davvero contento che te ne sia accorto, in effetti non ho letto che alcuni capitoli del capitale. Mi sono ripromesso di fare la "grande impresa" il prima possibile. La critica che mi muovi è fondata, ma ti chiedo cortesemente di smettere gli "attacchi" a Lotta Comunista. Quando parli con me e della mia analisi e conoscenza non ha senso tirare in ballo Lotta Comunista.

Detto questo, sono convinto che la formazione economica sia direttamente attribuibile ai suoi mezzi di produzione e non il contrario. Ma che nello svilupparsi di uno, l'altro ne corrisponde l'avanzamento. Detto in pratica, è l'evoluzione nei mezzi di produzione e creare sur-plus e concentrazione produttiva. Che porta così alla nascita della borghesia e al suo mercato, in contrapposizione al alla monarchia. Durante lo sviluppo del capitalismo anche la continua concentrazione e sviluppo dei mezzi ha ampliato il mercato e la finanza. Fino alla fase suprema, l'imperialismo. Non dico che sia lineare e consequenziale, ma vedo difficile uno sviluppo da contadini -> salariati senza creare una classe borghese, e che quindi rivendichi il "proprio" metodo economico, con uno stato e un modo di produzione sempre più concentrato. Ma tu credi davvero che senza Lenin in russia sarebbe avvenuta una rivoluzione socialista? Non so se è un'asinata, ma perché è dall'anello più debole che verrebbe la prima rivoluzione proletaria? E non da paesi altamente Capitalisti? Sinceramente sono in disaccordo su tutta la linea. In Russia la rivoluzione è stata "strumentalizzata" (passami il termine, sono stanco e non mi viene in mente altro) dall'internazionalismo che in Russia aveva il suo esponente migliore, ma che sarebbe avvenuta lostesso... una rivoluzione borghese come già avvenuta in tutti gli stati europei.

Che se si fosse fatta la rivoluzione in Germania, in tutta Europa e anche in Russia ci sarebbe stato il Comunismo è fantapolitica. I fatti hanno dimostrato altro. In russia ha vinto la controrivoluzione borghese, quella che senza Lenin avrebbe fatto (probabilmente) la rivoluzione stessa. Credo che nel formare un'avanguardia nelle città dei paesi più industrializzati sia una necessità del movimento proletario.



Sono interessato a capire la tua teoria, ti dispiace approfondire magari indicandomi dove Lenin perla di questo "anello debole". Ah e anche sull'india, non sono molto informato. Grazie.

Edited by Aletech - 8/3/2010, 22:10
 
Top
mm81
view post Posted on 8/3/2010, 22:28




Non ragioniamo in astratto (che è già difficile per delle aquile, figuriamoci per me che sono una gallina).
E' dominante o no il modo di produzione capitalistico a livello mondiale? Sì. Mettiamo che il Partito Comunista prenda il potere in Cina (l'ho scelto apposta, così da dimostrare anche che il PCC non è un partito degno di quel glorioso nome). Mettiamo anche che lo scoppio abbia conseguenze tali che l'Europa (metà almeno) cada sotto i colpi della Rivoluzione e diventi una Repubblica Socialista. (questa della Rivoluzione in Europa, preso ad esempio come cuore del capitalismo, ora non lo è più ma sono solo esempi, è la sola condizione perchè sia possibile ciò che dirò ora, caduta questa, il resto è impossibile). A questo punto un dirigente cinese che voglia far passare il proprio paese per il capitalismo sarebbe da appendere al lampione (le bourgeois a la lanterne!). Abbiamo conquistato il cuore di una zona già altamente capitalizzata, e dovremmo costringere i lavoratori cinesi, soprattutto quelli delle campagne a passare per lo sfruttamento capitalistico? La sola cosa che si possa concedere come misura temporanea è la terra ai contadini che coltivano piccoli lotti di terreno; tutto il resto della produzione è da socializzare (pronto o no per il passaggio), è da socializzare, dove il paese non era pronto, rimedieranno i compagni dell'Europa che ci offriranno gli elementi tecnico-organizzativi adatti.

La teoria sull'India non è mia; di mio ho solo le mutande. E' anche questa storia. Perchè il capitalismo si è impiantato in India senza presentare quel paese un modo di produzione feudale altamente sviluppato estensivamente-intensivamente come in Europa? Perchè la storia procede in maniera sussultoria e quando un modo di produzione si installa su un territorio, necessariamente impone regole proprie, non quelle di altri modi di produzione; il capitalismo non poteva che generare capitalismo. C'è un salto qualitativo tra i vari modi di produzione, non sono una linea continua, se lo fossero non esisterebbero in fondo differenze tra di loro (io sono diverso da mia madre, che pur mi ha partorito, proprio perchè sono altro da lei, e non è possibile tracciare una linea continua da lei a me; ad un certo punto la linea si spezza e comincia un'altra storia).

Una formazione economica è sempre determinata dal modo di produzione, ma alt.....dal modo di produzione dominante, questo già implica che una formazione socio-economica possa presentare contemporaneamente diversi modi di produzione (Lenin per la Russia ne contava 5). Sono 2 concetti diversi.

Tutta l'opera di Lenin è volta ad individuare l'anello debole; altrimenti non si darà mai rivoluzione in nessun luogo. La catena si rompe sempre nell'anello debole, assaltare l'imperialismo dove è più forte senza avere basi d'appoggio è da volontaristi inermi. Mi pare ne parli sia in Stato e Rivoluzione, sia nell'Imperialismo.

P.S. Studia Il Capitale TUTTO (tutti i 3 libri, i grundrisse, per la critica dell'economia e le sue introduzioni e prefazioni, le teorie sul plusvalore che sono 3 volumi che avrebbero dovuto essere il libro IV del Capitale, il capitolo VI inedito). Ci si mette 2-3 anni, ma non esistono vie maestre. Io ho cominciato 10 anni fa e continuo a proseguire, altro modo non è dato.

Sulla fantapolitica. La rivoluzione non è un pranzo di gala (per citare un cinese); non si tratta di raggiungere fantomatiche potenze numeriche credendo di fregarli con il numero i padroni; si tratta di prendere a pedate nel culo i suddetti padroni! Prima si fa la rivoluzione, gli operai (la maggioranza) capiranno dopo (e alcuni mai). La dittatura serve proprio a questo, a rovesciare numeri che ci danno sfavorevoli; per questo una vittoria in Germania ci avrebbe permesso di attirare nel vortice Francia e Inghilterra (all'epoca centro mondiale del capitalismo). Credi che poi sarebbe stato facile? A quello serve la dittatura: a schiacciare i ribelli.

Una cosa è creare un'avanguardia nel cuore dell'imperialismo (ma LC blabbla da decenni senza avere seri contatti con organizzazioni di altri paesi); altra cosa è pensare (come LC) crede che la rivoluzione scoppierà in Inghilterra o in America ... non succederà mai, succederà sempre nell'anello debole.
 
Top
Aletech
view post Posted on 8/3/2010, 22:43




Ho editato la mia risposta in alto perché avevo perso di vista la discussione. Scusa ma ho la testa a pezzi.

Ah... ho capito... vedi, io intendevo la medesima cosa. Non lo avevo colto. Odio le discussioni sui forum, è davvero difficile a volte capirsi.

Sappi comunque che quello che mi hai detto è un'analisi che mi hanno esposto anche a quelli che tu chiami "circoli non-operai". La questione che non avevi sollevato (o forse non ho colto) fino ad ora è proprio quella dell'estensione a paesi fortemente capitalizzati. Detta com'era prima:
CITAZIONE
ciò significa che il socialismo è possibile già nel 1800? Sì, questo significa

Non capivo dove volevi andare a parare con "le diverse tipologie economiche"
So bene che è vero, lo auspicava Lenin chi sarei io per dirgli che si sbaglia. Ma dire che

CITAZIONE
La rivoluzione Russa ai comunisti ha insegnato una cosa: chiunque nel 1917 ed anche nel 1848 si azzardi a pronunciare la puttanta colossale che il socialismo deve attendere lo sviluppo del capitalismo...

è una mezza verità. Ovvero, dire che "il capitalismo sviluppa la società e permette il comunismo" è l'altra parte di verità.

Ma se ci pensi è comunque un'accusa infondata, anche verso Lotta Comunista oltre che verso di me. Avresti ragione se ad un circolo operaio ti dicono che: "Aspettiamo lo sviluppo capitalistico in Africa, poi nelle così dette regioni arretrate, ed infine facciamo la rivoluzione". Non è così.


Sono davvero "nuovo" di questi studi e mi rammarico ogni giorno di non aver avuto la consapevolezza per cominciare prima. Per questo a volte faccio domande che possono sembrare stupide e argomento in modo lacunoso le mie conoscenze. Anche da un forum ormai morto ho imparato qualcosa. Almeno per quanto riguarda il confronto.
 
Top
Aletech
view post Posted on 8/3/2010, 22:58




Eh purtroppo lo sapevo che era un lungo processo di apprendimento e studio.

Voglio mettere in chiaro questo, non voglio fare propaganda a Lotta Comunista.

Voglio solo dirti che libro dopo libro su Lenin e Marx, ritrovo nelle discussioni con e membri del partito un univoco pensiero. Sono stato a Genova alla giornata internazionale dei giovani alla quale hanno partecipato attivisti dei "Lotta Comunista" (con altri nomi) di Francia e Spagna. Sinceramente non conosco nessun altro partito con questi principi e con questa linea politica. E' grazie ai loro "atti minuti" che io oggi scrivo su questo forum e mi confronto su queste tematiche, e come me tantissimi altri ragazzi che ho potuto conoscere. Forse alcune analisi non saranno completamente condivisibili da tutti, io non ho gli strumenti per contrastarle, quindi mi rimetto agli studi dei "classici". Col tempo imparerò ad applicare la scienza Marxista e allora capirò se aver seguito questo partito sia stata la cosa giusta.
 
Top
babuskin
view post Posted on 11/3/2010, 18:23




Il comunismo non è un'idea,come non è un'utuopia,ma è una* forma superiore di organizzazione della società,ed è già presente come soluzione,a tutti problemi...solo che i capitalisti e tutti i suoi servi non la vogliono..e detto per inciso il comunismo non è la parola fine dell'organizzazione ma può essere superata da altre superiori,una cosa è certa non c'è più lo sfruttamento dell'uomo.E come disse Marx ognuno secondo le possibilità ad ognuno secondo i suoi bisogni.babuskin
 
Top
73 replies since 13/10/2007, 00:52   33035 views
  Share